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I MEMORABILI

film, secondo noi indimenticabili, passati alla Storia del Cinema non necessariamente per motivi economici.

a cura di slm (showlandmaster)

 

2001 odissea nello spazio, alien, apocalypse now, ARANCIA MECCANICA, AVATAR, bastardi senza gloria, beetlejuice, spiritello porcello, 'BLADE RUNNER, district 9, DRACULA, DI BRAM STOKER, duel, DUNE, ET, L'EXTRATERRESTRE, fahrenheit 451, FITZCARRALDO, FRANKENSTEIN JUNIOR, GHOSTBUSTERS, guerre stellari, harry potter saga, IL CACCIATORE, il padrino, il primo re, il signore degli anelli, incontri ravvicinati del terzo tipo; INTERSTELLAR; i duellanti, I PREDATORI DELL' ARCA PERDUTA, LA GUERRA DEI MONDI, la leggenda del pianista sull' oceano, lanterne rosse, l' armata delle tenebre, l' esorcista, LO HOBBIT, LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE DI SMAUG, LO HOBBIT - LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE, lo squalo, MEDITERRANEO, NIRVANA, nosferatu, NOSFERATU, PRINCIPE DELLA NOTTE, PICNIC A HANGING ROCK, PROFONDO ROSSO, quarto potere, RASHOMON, ritorno al futuro, THE BLUES BROTHERS, titanic, ULTIMATUM ALLA TERRA, UN PESCE DI NOME WANDA, west side story

 

2001, odissea nello spazio

 

regia: stanley kubrik

con: Keir Dullea, GaRy Lockwood

 

Per sapere tutto o quasi del film, cliccare qui.

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a  l  i  e  n

di RIDLEY SCOTT

 

con: SIGOURNEY WEAVER, TOM SKERRIT,

JOHN HURT...

 

Ovviamente, qui, segnalo solo il primo capitolo della saga, memorabile esempio di fanta-horror dalla trama piuttosto classica, ma dall'atmosfera inusitatamente claustrofobica, da manuale, che mette davvero i brividi, di cui si deve ringraziare l'arte indiscutibile di un grande Scott, al meglio di sé.

Per saperne di più.....

 

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APOCALYPSE NOW

 

di: Francis Ford Coppola

con: Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall, Harrison Ford.

 

Super film spettacolare e spietato sulla guerra del Viet Nam, nel quale viene messa in evidenza l'assurdità e la sanguinosità di un conflitto in cui molti americani hanno partecipato, ma pochi - soprattutto i giovani soldati "semplici"  - hanno creduto, e nel quale molte vite sono andate ingiustamente e, spesso inutilmente, perse, specie quelle di innocenti, fra militi e civili del posto, nel corso di azioni folli e cruente, decise da graduati che sembra volessero solo divertirsi.

Molto liberamente ispirato al breve romanzo "Cuore di tenebra"* di Joseph Conrad, il film narra di un gruppo di ufficiali americani, capitanati da Benjamin Willard (Sheen) ai quali un ufficiale spregiudicato chiede di andare a rintracciare un certo colonnello Kurz (Brando) che ha fatto perdere da un pò le sue tracce.

 

Le ultime notizie su di lui lo dànno nascosto, forse, in Cambogia, preda di deliri di onnipotenza causati da possibile stress da guerra. Nel frattempo, prima di partire per la missione, Willard assiste, impotente e sconcertato, ad un attacco, con elicotteri, ad un villaggio vietnamita, organizzato dal tenente colonnello Kilgore soltanto per accaparrarsi un tratto di mare libero dove fare surf, sequenza questa che rimarrà negli annali della storia del cinema per l'impatto visivo ed emotivo, grazie anche al cinicamente trionfante commento musicale della celebre Wagneriana Cavalcata delle Walkirie che pare fornire ulteriore carica aggressiva all'azione.

 

Dopo aver studiato il dossier su Kurz, Willard raduna i suoi uomini e si avventura lungo il fiume Nung che sconfina in Cambogia, immergendosi, soprattutto verso la parte finale del viaggio, in un'atmosfera da incubo, culminante nel ritrovamento dell'uomo ricercato, che avviene di notte e che termina con la sua uccisione e la distruzione del villaggio di cui era diventato capo incontrastato ed idolatrato dalla popolazione locale. (Nella versione redux, il villaggio non viene distrutto).

 

La realizzazione del film ha avuto diverse vicissitudini e avversità. Durante le riprese un attore ha avuto un infarto e un tifone ha distrutto i set costringendo la troupe a ricostruirli e a rigirare molte scene, alzando purtroppo il budget preventivato. Nonostante tutto, la pellicola ha incassato 150 milioni di dollari in pochi mesi, permettendo così la sua inclusione nell'elenco di quelle di maggior successo in tutti i tempi, e ha vinto 2 Oscar: fotografia (V. Storaro che, tra l'altro fa una comparsata, stile Hitchcock), e miglior sonoro.

 

*Anche nel romanzo di Conrad, il ricercato si chiama Kurz ma, a differenza del personaggio del film, è un trafficante di avorio e la storia  è ambientata in Africa. Inoltre, la parte del film effettivamente e direttamente ispirata al romanzo è proprio e solo l'ultima, ovvero: il viaggio sul fiume e il raggiungimento dell'isola, con l'incontro/scontro fra Willard e Kurz.

 

Una curiosità: oltre a Storaro, anche lo stesso  Coppola appare in un cammeo nel ruolo di un regista televisivo.

 

Più in basso,, la recensione de IL PADRINO, sempre di Coppola.

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ARANCIA

MECCANICA

regia di stanley kubrik

con: Malcolm McDowell, Patrick Magee

 

Se ne parla esaurientemente qui.

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AVATAR

Di james cameron

con: sam worthington, sigourney weaver

 

Cosa dire di questo film? Non si sa da che parte cominciare. Prima di tutto: la trama. In  un futuro presumibilmente abbastanza lontano, in cui sulla Terra le risorse energetiche sono quasi alla fine, un gruppo di scienziati, alla disperata caccia di fonti,  viene a sapere che sul pianeta Pandora esiste un minerale, rarissimo e costosissimo, che però farebbe al caso loro.

 Problema: il pianeta Pandora è abitato dalla tribù locale dei Na'vi, costituita da esseri bellissimi, alti 3 metri e con la pelle blu, che vivono in completa simbiosi con la natura della foresta, in cui vivono anche i loro dèi, e fantastiche creature della fauna.

 

Hanno formato una società che funziona alla perfezione, e praticano un culto le cui divinità sono le piante stesse. Sono guerrieri ma, sostanzialmente non vogliono la guerra. L'equipe scientifica ha messo in atto un programma di creazione di avatar, e lo usa subito per spedire il pilota Jake Sully (Worthington), - sulla sedia a rotelle a causa di un incidente in una passata missione - , su Pandora, dove deve infiltrarsi nella popolazione locale e guadagnarne la fiducia.

 

Ci riesce e si innamora anche di Neytiri, la figlia del capo tribù, la quale gli insegna a cacciare e ad amare la natura. Ma una parte dell'equipe ha intenzione di mettere le mani sul minerale che si trova al centro della foresta e, per raggiungere lo scopo non guarda in faccia a nessuno, mandando le ruspe sul pianeta a fare tabula rasa di tutto ciò che c'è, compresi gli esseri umani.

Per un inconveniente tecnico sull'astronave, Sully viene scoperto e cacciato dalla tribù. Ma non si arrende e, per riguadagnare la fiducia, prova a cavalcare l'animale più pericoloso della fauna locale e, su di esso ritorna da Neytiri avvertendo lei e i superstiti della sua tribù di mettersi in salvo dal grave pericolo che incombe su di loro.

 

La storia del film e i costumi colorati e succinti dei Na'vi, potrebbero riportare vagamente alla memoria il periodo delle scorribande spagnole post Colombo nei territori centro e sudamericani, quando Cortez, Pizzarro e soci approdarono in Messico e in Perù, e fecero scomparire tre imperi per accaparrarsi l'oro di cui quei Paesi erano ricchi.

 

Cameron ha saputo ricreare un microcosmo vegetale e animale, fantastico nel vero senso del termine, e paradisiaco, molto somigliante alla fitta foresta amazzonica, in cui si assiste anche a scene romantiche, estremamente suggestive, accompagnate da una bellissima musica.

Che dire, quindi? Capolavoro. E nient'altro.    slm

 

Commento di Ale.

Bellissima la parte filosofico/religiosa e la ricostruzione del mondo alieno, banalotta la trama, direi quasi pretestuosa per farci vedere la società naturalistica dei Na vi: ci sono pochi colpi di scena, anzi non ce ne sono proprio, anche le morti di alcuni personaggi fanno parte di un cliché del genere. Trattato superficialmente il tema del ‘vivere un’altra vita’ , che comunque avevamo già visto in altri film, come Il mondo dei replicanti, o in Strange Days. Detto ciò, tutto il resto è spettacolare e anche profondamente spirituale. Anche commovente.

 

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BASTARDI SENZA GLORIA

by QUENTIN TARANTINO

con: brad pitt, christof waltz, diane kruger,

mélanie laurent

 

Come per tutti i film di Tarantino, anche su questo ci sarebbe da scrivere un saggio.

Per realizzarlo, Tarantino si è ispirato a Quel maledetto treno blindato di Enzo Castellari, iniziando il film alla "Sentieri selvaggi" di Ford, passando molto vicino a "Vogliamo vivere" e terminando la sua storia nell'unico posto dove il regista amerebbe forse finire le storie dei suoi film, cioè al cinema.

Le vicende narrate nel film sono due e scorrono parallele, incontrandosi poi al termine. Si comincia in Francia, nel 1941 con la visita del colonnello Landa (Waltz) ad una famiglia ebrea di cui poi ordina lo sterminio dopo un delirante interrogatorio al capofamiglia.  Unica superstite: Shosanna (Laurent) che fugge via per la campagna.

 

L'altra vicenda è focalizzata su un gruppo di soldati ebrei ed americani, il cui capo, Aldo Raine (Pitt), di origine pellerossa intende sterminare i Nazisti serbando come ricordo dell'impresa lo scalpo di ognuno di essi, in perfetto stile Apache.

3 anni dopo, 1944, Shosanna, divenuta proprietaria di un cinema ereditato dagli zii morti durante la guerra, conosce un giovane nazista, soldato e attore, protagonista di un film propagandistico della guerra dove lui è un 'eroe' che uccide ebrei e americani. I tedeschi cercano un locale per proiettare il film e il soldato/attore convince Shosanna e Goebbels, ministro della Propaganda Nazista,  a proiettare il film proprio nel cinema della ragazza. Lei acconsente perché in testa ha un progetto diabolico: a fine proiezione vuol dar fuoco a tutto il materiale, fortemente infiammabile per uccidere tutto lo Stato Maggiore del Terzo Reich. Nella realizzazione del progetto troverà l'aiuto di Raine e i suoi uomini che sono venuti a conoscenza del piano grazie ad un'attrice tedesca  (Krueger) in combutta con gli Alleati. All'ultimo momento si decide di cambiare sala per la proiezione, ma il destino è uno solo: il finale è....incendiario!

 

Ovviamente, tutto ciò che si vede nel film è un'ipotesi sulla quale Tarantino si è divertito a divagare, immaginando una possibile e giusta (?) vendetta da parte degli Ebrei e di tutti coloro che durante l'ultima guerra hanno subito gravi perdite e grossi torti, nei confronti dei Nazisti.

 

Il film è inoltre una carrellata di svariati generi cinematografici che vanno dal bellico, al western, al thriller, con un tocco di commedia nera e sarcastica in linea con lo stile di Tarantino, un regista che ama decisamente il cinema e si vede.         

by slm

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BEETLEJUICE,

SPIRITELLO PORCELLO

di TIM BURTON

con: MICHAEL KEATON,

WINONA RYDER, GEENA DAVIS

  

35 anni fa, di questi tempi usciva uno dei primi successi di questo regista, che non sbancò i botteghini (fu comunque un buon successo), ma colpì l' immaginazione degli spettatori con una esilarante presa in giro di tutto l'universo dark/horror in circolazione a quell' epoca ed anche ora.

Vagamente ispirato al FANTASMA DI CANTERVILLE, di Oscar Wilde, Beetlejuice è la storia scanzonata ed irriverente di uno spirito, appunto, auto-definitosi Bio-Esorcista, che aiuta la gente a disinfestare le case usando metodi non molto ortodossi.

Due freschi sposi usciti, solo all' apparenza, vivi da un pauroso incidente d'auto tornano alla loro dimora,  ma la trovano occupata da una famiglia un po' sui generis, la cui figlia minore è in grado di percepire e vedere presenze ultraterrene, quindi, di vedere la coppia, ormai in versione fantasmi, e farci pure amicizia.

Ne succederanno di tutti i colori grazie anche alla bravura degli interpreti, in primis Michael Keaton, negli sgargianti panni clowneschi di uno scatenato ed efficacissimo Beetlejuice, ad una Winona Ryder, pessimista e dark il giusto e infine ad una svampita Geena Davis nel simpatico ruolo della sposina appena assurta allo stato spirituale, ma non subito conscia di esserci arrivata.

Assolutamente da non perdere ! MEMORABILE !    

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BLADE RUNNER

 

 

Regia: Ridley Scott

 

Con: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young.

 

Se ne parla con dovizia qui .

 

 

 

 

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District 9

Di Neil Blomkamp

Con: Sharlto Copley, David James, Vanessa Haywood

 

Venti anni fa sono arrivati gli alieni a Johannesburg, sono soprannominati Gamberoni per il loro aspetto e vengono chiusi in un ghetto-baraccopoli, il Distretto 9, schifati da tutti, anche dai neri, usati dagli scienziati per orribili esperimenti e dai nigeriani per loschi traffici di ogni tipo. Ma un giorno un umano della MNU , la corporation che si ‘occupa’ di loro, viene a contatto con un liquido alieno e inizia a trasformarsi. Il film più che di fantascienza è un film drammatico sul tema del razzismo, dell’integrazione e dell’accettazione del diverso; ha varie scene violente e un taglio documentaristico, con alcune riprese a mano, che può piacere o meno. Interessante, ma particolare. Sicuramente fa discutere.     by Ale

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DRAcULA

DI BRAM STOKER

di FRANCIS FORD COPPOLA

con: GARY OLDMAN, KEANU REEVES,

ANTHONY HOPKINS, WINONA RYDER

Nonostante il titolo, il film non è fedelissimo al racconto, ma il regista ottiene il perdono per la bella interpretazione che dà alla storia. D'altro canto, da nessuna parte è scritto che un film, tratto da un'opera letteraria, debba seguirne pedissequamente la traccia. Il cinema vanta esempi in cui, malgrado l'allontanamento dall' omonima opera scritta, la versione cinematografica di un romanzo non fa rimpiangere lo stesso.

Molti cinefili hanno gridato al capolavoro, definendo il film il meglio riuscito di Coppola, altri, invece lo hanno stroncato o, quanto meno, hanno aspramente criticato il regista per la spessa patina barocca con cui ha ricoperto il film, a discapito, forse, di una più consona atmosfera dark, più austera, che la storia stessa merita. Se il film fosse stato realizzato da Tim Burton, probabilmente sarebbe stato diverso: meno ridondante, più "noir" ,  più vicino al reale mondo del personaggio. Forse.

Dracula, infatti, sfoggia ricchi costumi e scenografie sontuose, bellissimi da vedere, ma un po' fuorvianti se ci si vuole calare in toto nel cupo microcosmo spazio.temporale del nobile vampiro, in una Transilvania che non è di sicuro sfarzosa.

A favore di Coppola, invece, va segnalata la sua ferma volontà di non ricorrere, nel modo più assoluto, ad effetti speciali digitali. Il film è interamente confezionato "a mano", nei minimi dettagli. Le magnifiche sovrapposizioni di immagini,  che spesso scorrono sullo schermo,  sono state create dipingendo gli sfondi su vetro e giocando sulla regolazione delle dimensioni dei vari oggetti. A questo proposito, qui possiamo leggere alcune "chicche" sulla realizzazione di molte scene del film. (Fonte)

Infine, personaggi ed interpreti.

Dracula ha volto e corpo di un Gary Oldman in grande spolvero, molto convinto nel suo ruolo di un Vlad oscuro,  romantico, spietato, ma fragile, ed è affiancato da colleghi di notevole spessore quali Anthony Hopkins, nei panni di Van Helsing, suo nemico numero uno; Winona Ryder, nella dolce Mina, e Keanu Reeves, nel serio e compunto Harker.

Dracula, memorabile, dunque? In ogni caso, sì poiché trasuda amore per il cinema in ogni fotogramma, e questo è un valido motivo per ascriverlo nella lista.

 

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D U E L

di: STEVEN SPIELBERG

con: DENNIS WEAVER

Anno 1971, età: 25 anni. 50 anni fa, Spielberg gira questo film che, inizialmente era stato realizzato per la tv, con una durata massima di 74 minuti; invece poi le cose cambiano e Duel diventa un vero e proprio film da proiettare al cinema, con una durata ben maggiore, ma non esagerata.

Scritto a quattro mani dallo stesso Spielberg e da Richard Matheson, notissimo autore di romanzi sci-fy, cos' ha di speciale questo film? Tanto. E' uno strano thriller, ma è un thriller; un thriller metafisico, un thriller on the road, imperniato su un misterioso grosso camion, apparentemente senza guida (in realtà il conducente c'è ma non si vede), lanciato sulle strade della California, a pochi metri dall' auto guidata da Dennis Weaver che se lo tiene alle calcagna fino alla fine del film,  come un incubo su ruote, in una escalation di tensione da manuale, coinvolgente anche lo spettatore.

Un thriller in piena regola, che sfiora l' horror senza che sia versata una goccia di sangue, senza squartamenti o mozzamenti di arti, senza mostri ... convenzionali. Perché, a dire il vero, il mostro è lui, il camion, vero protagonista della storia, condotto da una specie di fantasma, intenzionato ad uccidere il povero Dennis Weaver. Perché? A dirla tutta un perché non c'è, oppure c'è, ma non è da ricercare nella logica di una trama definita.

Il film si srotola nell'inseguimento del grosso automezzo ad una comune vettura di un cittadino, simboleggiando semplicemente la paura, la paura che ciascuno di noi cova nei meandri oscuri della psiche, nei confronti di qualunque elemento disturbi la nostra vita quotidiana e la nostra quiete, vera o finta che sia.

All' epoca, dopo un periodo di sordina, il film divenne in breve tempo un successo impensabile per l' originalità della vicenda, spingendo Spielberg verso gli orizzonti di gloria che ora si sta godendo.

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DUNE

di: DAVID LYNCH

con: KYLE McLECHLAN, STING

Tratto dal romanzo omonimo di Frank Herbert (in realtà, saga anche questa, composta da 6 volumi), da cui si discosta, tuttavia con il placet dello scrittore, il film è... alla Lynch, ovvero, è una versione personalissima dell' opera letteraria, non per questo disprezzabile, bensì visionaria, come è nello stile del geniale e bizzarro regista.

Toni scuri, simboli e simbolismi, recitazione rarefatta, atmosfera veramente aliena, compresi i vermoni che proteggono l' acqua, elemento preziosissimo perché introvabile in un pianeta desertico  e inospitale dove due famiglie si contendono "la spezia", una sostanza che serve a potenziare le facoltà mentali a tal punto da rendere in grado chi la assume di compiere viaggi spaziali e in altre dimensioni, ma anche di esercitare potere sugli esseri umani, manipolandone la mente. Uno scenario già visto, ma sempre attuale, tematica di molti romanzi e film sci-fy. In alcuni momenti ricorda La Fondazione,  di Isaac Asimov, in molti altri, soprattutto nella fotografia, richiama alla memoria i paesaggi aridi e sabbiosi dei pianeti di Guerre Stellari.

Poco apprezzato all' epoca, in concomitanza con l' uscita della nuova versione di Villeneuve, DUNE, di Lynch, potrebbe riveder le stelle.

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E T,  L'EXTRATERRESTRE

By STEVEN SPIELBERG

con: HENRY THOMAS, DREW BARRYMORE

 

Un piccolo alieno viene lasciato sulla Terra, dimenticato per sbaglio dai suoi compagni, e soccorso da due ragazzini che lo portano a casa loro. Inutile dire che il fatto getta scompiglio in famiglia, nonché nel vicinato, ma il piccolo è così simpatico e tenero da suscitare il desiderio di aiutarlo, nonostante le non poche perplessità che la sua presenza e natura determinano negli animi di coloro i quali, in ogni caso, vedono nell'estraneo un potenziale pericolo.

Per fortuna, a vincere è la generosità e l'altruismo dei giovanissimi che aiuteranno l'extraterrestre a ritrovare l'astronave così da permettergli di tornare nel suo pianeta fra le lacrime di chi gli si era affezionato e lo vedrà ripartire.

Non è esattamente il capolavoro di Spielberg ma, senza dubbio, è un film che ha lasciato il segno nell' immaginario collettivo, scatenando sentimenti di solidarietà nei confronti del "diverso", accettandolo, quindi, pur con tutti i pro e i contro.

Un film che ha segnato un' epoca, migliorando, forse, qualcosa negli esseri umani.

Uscita nei cinema: novembre 1982.

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fahrenheit 451

di: FRANÇOIS TRUFFAUT

con:

OSKAR WERNER, JULIE CHRISTIE

 

Tratto dal famosissimo romanzo omonimo di Ray Bradbury, uscito nel 1953, il film illustra, come sappiamo, un mondo lontano e distopico (all' epoca!) in cui i libri vengono distrutti per impedire il dilagare della cultura, affinché la popolazione possa essere manipolabile dalle autorità governative con il massiccio contributo di un utilizzo intenso della tecnologia che annichilisce le menti. Ma un gruppo di persone si prendono l'incarico di imparare i libri a memoria per custodirne in qualche modo il ricordo ed evitare che il sapere venga cancellato.

 

Profetico? Sì e no. Non si è arrivati alla distruzione dei libri, ma al rimbambimento da uso di tecnologia, forse, sì. Manipolazione dei popoli attraverso essa, tenuti appositamente nell' ignoranza per  manovrarli meglio? Subdola, senza che i popoli se ne accorgano. Ma davvero i popoli non se ne accorgono? O fingono? Questa, però, è un' altra storia.

 

Grazie alla bella, essenziale e abile regia di Truffaut, il film diventa uno dei rari casi in cui il romanzo non è rimpianto. Le due opere procedono di pari passo con lo stesso grado di apprezzamento da parte di pubblico e critica, il che, com'è noto, non succede spesso.

 

Se ne parla anche qui.

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FITZCARRALDO

by WERNER HERZOG

con: KLAUS KINSKI

Per la serie: realizzare i propri sogni si può e si deve farlo a tutti i costi, il protagonista,  Klaus Kinski, attore feticcio di Herzog, un imprenditore di legname, acquista un pezzo di terra in piena Amazzonia con l' intenzione di costruirci un teatro per portare la lirica laddove non arriverebbe mai, sogno anche della moglie.

Ben presto però, scopre che per raggiungere quel pezzo di terra, sito fra due fiumi, l' impresa è quasi impossibile a causa delle violente rapide fluviali. E lui che fa? Non si scoraggia. Chiama a raccolta tutti gli indios della zona e si fa aiutare da loro per trasportare la nave da un fiume all' altro, costringendo gli uomini a caricarsi letteralmente la nave sulle spalle, sequenza questa, destinata a rimanere nella storia del cinema. Un messaggio ambientalista preciso ed inquietante.

Più in basso, NOSFERATU, PRINCIPE DELLA NOTTE, dello stesso regista.

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FRANKENSTEIN JUNIOR

di Mel Brooks;

con: Gene Wilder, Marty Feldman. teri Garr

 

Il capolavoro delle parodie alla celebre saga del famoso mostro creato dalla fantasia di Mary Shelley.

Un certo dottor Fredrick Frankenstein (pron: Frankenstiin) potrebbe essere un discendente del suo sinistramente conosciuto avo Victor. Lui non ci sente da quest'orecchio, ma molte peculiarità del suo carattere sono simili a quelle dell'antenato.

Così, si trova suo malgrado a dover recarsi in Gemania e, con l'aiuto di due assistenti decisamente sui generis - fra cui Igor (pron: Aigor) -, a riassemblare la creatura con conseguenze imprevedibili....

 

Si ride fino alle lacrime grazie anche all'interpretazione straordinaria di Wilder, peraltro co-sceneggiatore del film, assieme a Brooks, e del bravissimo, nonché compianto e indimenticabile Marty Feldman negli irresistibili panni del gobbo Igor (con la gobba che si sposta e l' "occhio che uccide"), il tutto calato in uno scenario bianco e nero gotico che, in questo caso, risulta ancor più ironico, icastico, esilarante!!

 

Un grande merito del successo di questo film va ai dialoghisti italiani, guidati alla grande da Oreste Lionello,  

che ha anche prestato la voce a Wilder. i quali hanno tradotto e reinventato battute, nonché interi passaggi del film, adattandoli alla nostra lingua, con esiti ancor più divertenti rispetto alla lingua originale inglese,

 

Battute "storiche!":

Igor: "Lupo, ululà, castello, ululì"

Frankenstein a Igor: "Cosa c'era scritto su quel barattolo?" Igor: "AB qualcosa"

Frankenstein: "Noi scienziati dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri esperimenti ed accettare i fallimenti con calma, dignità e classe!" Quel che succede dopo smentisce del tutto i buoni propositi, ma è strepitoso! Ci sarebbe da citare tutto il film! Insuperabile, inimitabile! Davvero MEMORABILE!

 

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GHOSTBUSTERS

di IVAN REITMAN

con: HAROLD RAMIS, DAN AYCROID, BILL MURRAY,

SIGOURNEY WEAVER

Capostipite di una breve, ma gloriosa cine-serie (ad ora, 3 capitoli) GHOSTUSTERS è una pietra miliare del cinema fantastico/demenziale che prende allegramente, tuttavia, garbatamente, in giro il filone "de paura" basato sui fenomeni paranormali e le mirabilia ad esso connesse.

Trama presto raccontata: tre studenti universitari: Peter, Raymund e Egon (rispettivamente Murray, Aycroid, e Ramis), specializzandi appunto in materia paranormale, vivacchiano andando in cerca di entità soprannaturali per sbarcare il lunario e pagarsi l' università. Ma i risultati dei loro studi sono scarsi e ciò provoca la cacciata dall'ateneo.

I tre, però, non si perdono d'animo e si mettono in proprio fondando una ditta che offre il servizio di disinfestazione da fantasmi. Un giorno vengono contattati da una bella musicista, Dana Barrett (S. Weaver) che afferma di avere strane ed orribili visioni. E' il loro momento di gloria...

Regia brillante e scatenata, attori ottimi, effetti speciali super, a tratti volutamente esagerati, con il preciso scopo di suscitare quanta più ilarità possibile nello spettatore, GHOSTBUSTERS, episodio pilota, ha il pieno diritto di essere annoverato fra i cults di genere, benché non sia proprio il primo della lunga serie. Qualcuno ricorda le spassose parodie di Gianni e Pinotto, o il mitico Frankenstein Junior, di Mel Brooks?

Fra l' altro, GHOSTBUSTERS vanta il pregio di aver avuto un seguito all' altezza del primo capitolo, il che non è da tutti.

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GUERRE STELLARI

LA SAGA

di: GEORGE LUCAS

con: MARK HAMILL, HARRISON FORD, CARRIE FISHER

e molti altri....

Nel lontano 1977, in una galassia lontana, lontana, iniziava la lunga avventura di GUERRE STELLARI, epopea suddivisa in 9 capitoli, usciti a gruppi di tre senza seguire un ordine cronologico preciso, ma capaci di conquistare platee oceaniche al cinema, con trame intriganti, scene mozzafiato e perché no? Una propria filosofia chiaramente ispirata alle filosofie orientali.

Una storia impossibile da dimenticare per chi ama la fantascienza, ma anche per chi non è del tutto appassionato.  Per saperne di più, o tuttosulla mitica saga Torna qui , se vuoi.

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Harry Potter SAGA

Regia: AA VV

con: DANIEL RADCLIFF, EMMA WATSON,

RUPERT GRINT

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IL CACCIATORE

di MICHAEL CIMINO

con: ROBERT DE NIRO, CHRISTOPHEN WALKEN,

JONH SAVAGE, MERYL STREEP

Stati Uniti, anni '70, tre giovani, dediti alla caccia dei daini, vengono chiamati a "servire la patria" nelle insidiose giungle del Viet Nam, in piena guerra, combattuta fra U. S. A. e lo stato del sud est asiatico.

I tre partono armati ed animati delle migliori intenzioni per assolvere al loro dovere, ma si trovano di fronte ad una situazione che non era stata loro illustrata come realmente è. Anzi!  Il territorio è assai ostile, il clima, infernale, e il nemico è diabolico, nonché spietato verso i soldati dell'esercito invasore. Uno di loro viene catturato e sottoposto al supplizio della "roulette russa", una prova terribile consistente nell'aver puntata una pistola alla testa, con un solo colpo in canna che potrebbe essere il primo dell'arma. E tanto altro di spaventoso vedranno con i loro occhi e proveranno sulla loro pelle fino ad arrivare alla pazzia. Chi torna a casa vivo porterà per sempre i segni di quella guerra, nel corpo ma, soprattutto, nell'anima e nella psiche, scoprendosi incapace di riprendere una vita normale e a ritrovare un minimo di tranquillità interiore, ostacolato per giunta da una strisciante diffidenza e ritrosia manifestata dagli abitanti delle città in cui sono tornati ad abitare. nei confronti dei "reduci".

Film, facente parte della lunga teoria di opere incentrate sulla guerra del Viet Nam, IL CACCIATORE merita senza dubbio di essere ricordato ed annoverato fra I MEMORABILI per la magistrale confezione, ricca di dettagli importanti ai fini della storia, pregna di  scene e momenti veramente memorabili, intensissimi ed emozionanti, che hanno contribuito all'apprezzamento pieno della pellicola da parte di pubblico e critica. Non a caso, IL CACCIATORE ha anche vinto 5 Oscar, un Golden Globe e due Bafta, che non sono uno scherzo.

Cimino ha realizzato un gran film, ispirandosi alla maestosità di Coppola, mantenendo tuttavia il suo stile e la sua visione della guerra, condannando l'atto senza troppi complimenti attraverso scene che restano scolpite nella memoria collettiva per la loro crudezza, inducenti pertanto a profonde riflessioni sul concetto intrinseco del conflitto. e sul significato di uccidere altri esseri umani, senza dimenticare i retroscena sociali, culturali e, soprattutto, economici delle azioni belliche, poiché si sa che dietro una guerra c'è sempre il denaro.

Bravissimi gli attori nei loro ruoli di uomini impegnati nello scontro con altri loro simili, pur con fattezze diverse, mentre si chiedono, con sguardi interrogativi e smarriti, perché sono li e perché stanno combattendo una guerra di cui sanno poco e poco sentono di esserne parte.

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IL PADRINO

di: FRANCIS FORD COPPOLA

con:

MARLON BRANDO, AL PACINO,

JAMES CAAN, ROBERT DUVAL, DIANE KEATON 

Non è esattamente il primo film sulla mafia, ma è senza dubbio la massima rappresentazione cinematografica di questo genere di narrativa.

Tratto dall' omonimo romanzo di Mario Puzo, di cui è abbastanza fedele, IL PADRINO è un magistrale affresco della società patriarcale originaria italo-americana con tutte le caratteristiche del caso: anziano capo-famiglia, Don Vito Corleone, circondato dalla corte di figli e nipoti a lui affezionati e fedeli, figure femminili forti solo all' apparenza, tranne qualche eccezione che, com'è facile immaginare, non avrà vita lunga. Al tutto si aggiunge l'attività criminosa basata su favori, favoritismi, ricatti, vendette e omicidi efferati, come da copione, al fine di mantenere l' impero economico, messo in piedi con fatica sudore e sangue.  Tanto sangue!

Il film vanta una mirabile ricostruzione scenica e scenografica, curata nei minimi dettagli per rendere la storia più realistica possibile, considerando l' epoca in cui è stata calata, ovvero in pieno dopo-guerra (2a G. Mondiale). Ma l' impresa è riuscita appieno, regalando al film ben 5 Oscar fra i quali: miglior sceneggiatura non originale (Coppola e Puzo), miglior film e miglior attore protagonista: Marlon Brando, al suo meglio, con tanto di patate nelle guance per assumere un aspetto decadente e voce impastata dalle stesse patate, a cui è aggiunto l' immancabile accento siciliano marcato.

Non meno convincente la performance recitativa degli altri attori, nonché dei nostri doppiatori, Ferruccio Amendola in testa, che doppia Michael Corleone (Pacino), ma anche Giuseppe Rinaldi che presta la voce a Don Vito Corleone/Brando. Recentemente il film è stato ridoppiato causa decesso di alcuni vecchi doppiatori e riadattamento della pellicola alle nuove tecnologie DVD.

Ultima nota, per esprimersi alla lettera: le vicende del film sono accompagnate dalle belle melodie di Nino Rota, assiduo collaboratore musicale anche di Fellini.

Nell' insieme, il film è da ascrivere nella lista dei Memorabili !

Di Coppola, in questa pagina è recensito anche APOCALYPSE NOW .

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IL  PRIMO  RE

 di: MATTEO ROVERE

 

con: ALESSANDRO BORGHI

Trama: Romolo e Remo sono due fratelli, gemelli, rimasti soli, che vivono in un villaggio allevando pecore. Ma una piena del Tevere, gonfiato dalle abbondanti piogge degli ultimi giorni, li costringe, insieme con gli altri abitanti, a lasciare precipitosamente il luogo e a cercare rifugio in luoghi più sicuri. Durante lo spostamento vengono catturati dai guerrieri di Alba Longa, fatti prigionieri e resi schiavi. Tuttavia, una rivolta restituisce loro la libertà e i due, con gli altri ex prigionieri, riprendono il cammino per spostarsi altrove, portando con loro una vestale.

Nel corso delle peregrinazioni, la donna pronuncia una profezia che riguarda i fratelli: solo uno sopravvivrà e diventerà capo di un enorme impero, senza specificare però, chi dei due beneficerà di questo destino. Pur essendo legati da profondo affetto, fra loro scocca la scintilla della rivalità per il potere, permettendo in questo modo alla profezia di avverarsi.

 

IL PRIMO RE NON è un kolossal nel significato che si dà di solito alla definizione di questo genere di film. Un kolossal che si rispetti deve durare almeno tre ore, IL PRIMO RE ne dura due e qualche minuto e NON ha elementi spettacolari che lo possano paragonare ad un capitolo della saga del Signore degli Anelli.

IL PRIMO RE è un film tosto, tostissimo, sporco, violento e selvaggio, ma per palati fini e colti. a cominciare dalla lingua scelta per i dialoghi: (peraltro, molto interessanti): un proto-latino, un latino arcaico, idioma usato a quei tempi ed in quelle zone, che dà il tocco in più di realismo all' opera (omaggio a Mel Gibson? O a Ermanno Olmi che, nel suo film L' ALBERO DEGLI ZOCCOLI, faceva parlare i personaggi in bergamasco stretto, aiutando lo spettatore coi sottotitoli?).

Gli attori sono stati selezionati con la massima cura, in base al loro aspetto, ma soprattutto ai loro volti, selvatici come la natura dei posti in cui si muovono, e ostentano una recitazione molto fisica, essenziale, ma proprio per questo veritiera ed intensa. E agiscono all' interno di un habitat naturale, indubbiamente incontaminato, ma niente affatto paradisiaco, anzi! Il contrario. E la splendida fotografia mette in risalto l' ostilità di questo habitat, indugiando sugli intrichi della boscaglia e della foresta, che nascondono ogni sorta di pericolo, per di più quasi sempre bagnati dalla pioggia e sfocati dalla foschia perenne, risalente dalle paludi vicine. Un paesaggio cupo, che viene rischiarato però, a tratti, dai raggi del Sole filtranti attraverso le chiome degli alberi, i quali si spandono a ventaglio come le dita lunghe degli dèi pagani, adorati e temuti dai popoli di quelle terre, che tengono ad informare gli adoratori, della loro costante, rassicurante presenza, regalando allo spettatore flash di misticismo e spiritualità puri.

C'è azione nel film? Sì, e tanta, ben distribuita fra battaglie e furiosi corpo a corpo in cui i combattenti se le suonano di santa ragione e s'infilzano come quaglie, con lance usate a mò di spiedi, senza tanti complimenti e ipocrisie manieristiche da parte della regia. C'è inoltre forte tensione, percepibile a pelle dallo spettatore, e visibile sui volti dei personaggi, furbamente illuminati solo a metà dalla luce ambrata di albe, tramonti e fuochi sempre accesi per svariati motivi. 

Ma Romolo e Remo sono realmente esistiti? E chi lo sa! A noi piace pensare di sì. Amiamo le leggende.

E' vero che si odiavano? Gli autori ci mostrano l' opposto. C'era affetto fra di loro, offuscato alla fine dalla brama di potere scoppiata nell' animo di Remo.

Romolo uccide Remo per voler diventare lui capo del grande impero vaticinato dalla vestale? Non esattamente. Il fratricidio sembra quasi una legittima difesa di Romolo che sta per essere strangolato da Remo. Ma Romolo non gode della morte di Remo, no! Lo piange e ne celebra il rito funebre conferendogli tutti gli onori degni di un sovrano con la "s" maiuscola, donando allo spettatore un momento di autentica commozione.

Insomma, IL PRIMO RE è un ottimo film, che costituisce finalmente un bell'esempio italiano di come si realizza cinema di qualità, evitando di infognarsi nel consueto drammone di buona fattura, bell' aspetto, ma maleodorante di troppo dejavu.

Da non perdere assolutamente, specie per chi è nato a Roma. Ma anche per chi non ci è nato.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI (trilogia)

di: Peter Jackson

con: Eljah Wood, Martin Freeman, Ian McKellen, Christopher Lee, Cate Blanchett, Orlando Bloom.....

 

Dall'opera omonima di John Ruel Ronald TOlkien

 

Se ne parla dettagliatamente qui.

 

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INCONTRI RAVVICINATI DEL terzo tipo

 

di: STEVEN SPIELBERG

con: Richard Dreyfuss, Melinda Dillon,

François Truffaut

 

Un gruppo di persone, che non si sono mai viste in vita loro, sono accomunate dalla stessa esperienza: hanno avuto incontri ravvicinati con extraterrestri e ricevono lo stesso messaggio che le porta a recarsi in un luogo del Wyoming, chiamato La Torre del Diavolo, dove assisteranno all'atterraggio di enormi dischi volanti,

e dove faranno la conoscenza personale dell'equipaggio proveniente dallo spazio.

Più che un film un sogno, il quale, all'epoca, (1977) incantò grandi e piccini con la speranza che un giorno potesse avverarsi. Un film foriero di un messaggio di pace universale e possibilità di comunicazione con popoli addirittura non dello stesso mondo, che divenne un cult, e lo è rimasto come emblema di una positività per un eventuale miglior futuro. Un classico intramontabile da vedere e rivedere. slm.

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INTERSTELLAR

 

di: CHRISTOPHER NOLAN;

con: MATTHEW McCONAUGHY

In un futuro non troppo lontano, la Terra è in piena carestia, e tutti devono fare i coltivatori, anche l'ex astronauta Cooper. Costui, con la figlia, scopre che la Nasa non è stata smantellata come dicevano, anzi, è in procinto di organizzare un nuovo viaggio verso un buco nero artificiale che, distorcendo lo spazio-tempo, offre la possibilità di esplorare nuovi mondi da colonizzare:

anni fa erano già partiti altri astronauti, e ora è necessario il recupero, e la scelta dei mondi selezionati. Cooper viene reclutato e accetta. Ma le cose non andranno come previsto.

 

In questa lunghissima pellicola (due ore e tre quarti). Nolan si ispira chiaramente a Kubrick e al film 2001: Odissea nello spazio, offrendo però, alla fine della storia, tutte le risposte di cui lo spettatore ha bisogno, sciogliendo tutte le trame e sottotrame che è riuscito ad ordire nella prima parte del film.

 

Alcune spiegazioni sono comprensibili solo a chi ha una laurea in fisica, meccanica quantistica e specializzazione in astrofisica, ma la maggior parte risulteranno chiare a chi ha una certa pratica con le storie di fantascienza.

 

Bellissime trovate sceniche ed effetti speciali, bravi attori, ottima colonna sonora, colpi di scena, equilibrato mix di scene d'azione e scene più intimistiche e riflessive, ragione e sentimento, non manca nulla.

Da non perdere per gli appassionati del genere. By Ale

 

Recensione di slm: in un certo senso, questo film potrebbe costituire una sorta di risposta a 2001 Odissea nello spazio pur essendo decisamente diverso dal capolavoro fantascientifico di Kubrik e cioè: un giorno, in effetti, sarà possibile organizzare viaggi intergalattici sfruttando i vari tunnel spazio-temporali che accorcerebbero di molto le distanze fra pianeti? Esistono davvero? Ma quali potranno essere, in realtà le conseguenze? Riguardo  alla realizzazione del film, mi associo ad Ale.

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I DUELLANTI

di: RIDLEY SCOTT

con: HARVEY KEITEL,

KEITH CARRADINE,

ALBERT FINNEY

Da un racconto di Conrad.

Duello per futili motivi fra due ufficiali napoleonici, ma la sconfitta subìta dal selvaggio Féraud trasforma la contesa in una guerra privata che dura 15 anni.

Dopo la caduta di Napoleone, i due si ritrovano, si sfidano di nuovo e D'Hubert ha la meglio. Potrebbe uccidere il rivale, ma decide di risparmiargli la vita, costringendo, in un certo qual modo, Féraud a rinunciare alle sue vendette e ad andare in esilio a covare i suoi rancori.

Piccolo, grande film che dimostra come, a volte, con poco, senza eccessivo spreco di mezzi ed effetti speciali, sia possibile confezionare una pellicola trasudante classe ad ogni inquadratura e battuta, grazie anche a fantastici attori.

Palma d'Oro a Cannes nel 1977, stavolta meritata.

 

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I   PREDATORI  DELL' ARCA PERDUTA

di

STEVEN SPIELBERG

con:

HARRISON FORD, KAREN ALLEN

 

Ormai divenuto un classico dell' avventura, I PREDATORI passerà di sicuro alla Storia del Cinema per la sua estrema dinamicità, ma anche per i suoi contenuti che non hanno di sicuro da invidiare a film di maggior rilievo culturale. La pellicola, infatti, contiene anche precisi riferimenti storici, ben mixati ad elementi magici ed esoterici, citati pure in alcuni testi che riguardano il periodo ed i personaggi, mossisi nel contesto del Nazismo.

Il tutto conferisce al film fascino e divertimento per un pubblico eterogeneo sia culturalmente che anagraficamente, catturato dalle avventure dell'aitante archeologo alle prese con ritrovamenti di oggetti antichi e mitici - la famosa Arca dell' Alleanza - che gli causeranno non pochi grattacapi e ammaccature in tutto il corpo.

Leggendari la scena del duello a spada e pistola contro un guerriero islamico e il finale positivo solo all' apparenza.

A questo primo film, sono seguiti altri 3 capitoli di cui, oltre ai PREDATORI, vale la pena ricordare il 3^ : L' ULTIMA CROCIATA che, dopo la parentesi orientale de IL TEMPIO MALEDETTO, ambientato nel sud est asiatico, fà ritornare Indy a combattere contro i Nazisti, alla ricerca del Sacro Graal, e nel quale compare per l' unica volta il papà dell' avventuriero: Henry Jones Sr., interpretato magistralmente dall' indimenticabile SEAN CONNERY.

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LA GUERRA DEI MONDI

di BYRON HASKIN

con: GENE BARRY, ANNE ROBINSON

Tratto dal celebre romanzo di H. G. Wells, LA GUERRA DEI MONDI può essere definito un classico della fantascienza, contenendo molti, se non tutti, gli elementi fondamentali del genere, ovvero, invasione da parte di un popolo alieno che però, in questo caso, non si mostra ben intenzionato nei confronti degli ospiti, a cui segue  paura e reazione distruttiva verso di esso anche a causa dell' aspetto repulsivo degli invasori, esseri orribili, con tre lunghissime zampe. Considerando i mezzi tecnici di 70 anni fa, il film è comunque ben realizzato e rispetta soprattutto l'atmosfera angosciosa che pervade tutto il film, sconfinando nel terrore vero e proprio all' apparizione di uno degli esseri extraterrestri. Potrebbe al limite peccare di ingenuità, ma proprio questo clima semplice costituisce la forza del film. Un cult, un MEMORABILE ! Se ne parla anche qui.

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LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL' OCEANO

di GIUSEPPE TORNATORE

con: TIM ROTH, GABRIELE LAVIA

 

1998 - 2023

IL 28 OTTOBRE 1998, nei cinema italiani usciva questo film, a nostro parere, fra i migliori, se non il migliore di Giuseppe Tornatore, l'affresco quasi hollywoodiano, ma meno pacchiano, di un'epoca che ...ha fatto epoca!

Per realizzare il suo film, il regista si è basato su un racconto di Alessandro Baricco, e da esso ci ha ricavato un capolavoro di sceneggiatura, scenografia, costumi e musica pressoché indimenticabili grazie anche alla sempre preziosa collaborazione del grande Ennio Morricone, il quale ha tirato fuori il meglio di sé componendo musiche perfette per sottolineare la maestosa malinconia che pervade tutto il lungometraggio (veramente lungo, ma godibilissimo!).

Novecento (Tim Roth, da oscar!) è un pianista di origini ignote, sulla cui famiglia non si hanno e non vengono date informazioni, ma l'uomo trascorre la sua vita su un transatlantico - il Virginian - deliziando i passeggeri con la sua musica, suonata sul pianoforte in dotazione sulla nave, accompagnato di tanto in tanto da un musicista jazz, un certo Jelly Roll Morton, ben interpretato da Clarence William III, che pare sia esistito realmente. Attenzione però! Il film NON è un musical! Potrebbe essere definito una bella celebrazione della musica. 

Il suo mondo è la nave dalla quale non scenderà mai nemmeno per inseguire un amore. sentendosi ivi sicuro e protetto dal mare quasi questo sia una barriera invalicabile che lo salvaguardi da ogni possibile pericolo proveniente dall' esterno, nel mondo terrestre degli umani; una sorta di "copertina di Linus" che gli infonde quella sicurezza necessaria e sufficiente per proseguire la sua esistenza lontano da eccessive e inutili preoccupazioni consentendogli, tutto sommato, di non uscire mai del tutto da un' eterna fanciullezza che è parte della sua natura, oltre a costituire un pregio.

Purtroppo il film non ha avuto incassi adeguati alla sua alta qualità e oltre oceano l'accoglienza è stata piuttosto tiepida nonostante storia e impianto mostrino chiari riferimenti al cinema di De Palma e Scorsese, tuttavia, si sa, le opere speciali incontrano sempre numerosi ostacoli sulla strada del loro apprezzamento e questa non ha infranto la regola. Possiamo però sempre contare su un' auspicabile rivalutazione nel futuro attraverso le numerose riprogrammazioni in tv.

Qui un'altra bellissima recensione

 

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LANTERNE ROSSE

di: ZHANG YIMOU;

con: GONG LI

Cina, anni '20, un ricco signorotto cinese si sposa per la 4a volta, ma tutte le mogli vivono nella sua immensa lussuosa dimora. La vita matrimoniale è scandita dall'accendersi delle lanterne rosse che hanno ispirato il titolo, davanti alla stanza della moglie con cui il signorotto decide di passare la notte. L'ultima sposa sembra essere la preferita. Davanti alla sua stanza, la lanterna si accende più spesso di quanto si accenda davanti alle stanze delle altre 3 consorti. Lo scatenarsi di invidie e gelosie fra le varie donne è inevitabile e l'ultima, pur dimostrandosi piuttosto cinica e senza troppi scrupoli,  ci rimette pesantemente rimanendo sola.

Film indimenticabile non tanto per la trama quanto per la sua realizzazione: ottima fotografia e splendidi costumi. Le riprese sono simmetriche secondo lo stile dei grandi fotografi della cui categoria fa parte anche lo stesso Yimou. Atmosfere ovattate, luce bassa ma calda, dialogo essenziale e silenzi che parlano più delle parole sono altre caratteristiche che conferiscono al film un'aura davvero unica. Forse, un regista europeo non avrebbe saputo fare altrettanto. C'è chi lo ha definito l'Akira Kurosawa cinese, ma il regista giapponese ha un altro stile. Da ripescare e vedere. Assolutamente! slm

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L' ARMATA DELLE TENEBRE

di SAM RAIMI

con BRUCE CAMPBELL, BRIDGET FONDA

1993 - 2023

Terzo capitolo della trilogia La casa

Qualcuno lo ha criticato, definendolo il meno riuscito della trilogia,  ma, a nostro parere, è invece il migliore.

 

Ash, un Bruce Campbell, particolarmente scatenato, sempre armato della sua motosega al posto di un braccio, si trova nel Medioevo, a caccia del Necronomicon, Libro dei Morti, che ha provocato un mare di guai. Dapprima osteggiato dai cavalieri del luogo e poi, con loro alleati, deve sconfiggere un'armata di scheletri. E questa scena è già di per sé un piccolo capolavoro di tecnica cinematografica e comicità demenziale, mostrando gli scheletrini muoversi in stop motion, tipo cartoons. nel corso di una battaglia che non ha nulla di serio, ulteriormente arricchita di battute spiritose.

 

Il film è, senza dubbio, più vicino ad un film d'azione e avventura, ma non ci scordiamo la sua natura parodistica; un'allegra presa in giro del filone horror/esoterico con tutti gli ingredienti che la contraddistinguono, caricati al massimo di proposito per suscitare le risate nel pubblico, obiettivo che Raimi ha centrato in pieno, senza dimenticare le numerose citazioni ad altri film di genere fantastico come, per esempio, ULTIMATUM ALLA TERRA dal quale ha estratto  la famosa KLAATU PARADA NICTO, pronunciata dal robot, usandola come formula magica per evocare il tomone malefico (Necronomicon).

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L' ESORCISTA

di WILLIAM FRIEDKIN

con: LINDA BLAIR, MAX VON SIDOW

1973 (negli U.S.A.) - 2023

Regan Mc Neal (Linda Blair), 12enne, manifesta strani sintomi fisici che non hanno apparente spiegazione logica: aumento di aggressività e, capacità intellettive superiori alla norma (conoscenza di molte lingue).

I genitori, allarmatissimi, consultano una lunga lista di medici per saperne di più e questi sottopongono la ragazza ad una infinità di esami che non dànno diagnosi soddisfacente nell' ottica scientifica. 

E' davvero possessione demoniaca.

La famiglia ricorre quindi all' intervento clericale nelle persone di due sacerdoti i quali si alternano nel tentare di far uscire il demone che possiede la ragazzina. Riescono, ma uno dei due muore nel corso di un tentativo.

Il film è tratto dal romanzo omonimo di William Peter Blatty che pare essersi ispirato ad un fatto di cronaca, risultato poi non del tutto vero, ma ha il pregio di portare alla ribalta un argomento difficile da trattare, cioè, il confine fra religione e scienza. La ragazza era davvero posseduta da un demone o il suo comportamento inusuale era dettato semplicemente da gravi disturbi psichici? Una persona può realmente essere posseduta da un' entità soprannaturale malvagia? Esistono? Il Diavolo esiste? Esiste Dio? Forse non lo sapremo mai con certezza ma, di sicuro, ne discuteremo fino alla fine dei secoli.

Friedkin ha realizzato un' ottima opera, altamente suggestiva ed emozionante, con l' ulteriore apporto recitativo di una bravissima Linda Blair, nei panni della ragazzina posseduta, e un intenso Max Von Sidow nel ruolo dell' esorcista più anziano. Un film, comunque, da vedere almeno una volta nella vita e, secondo noi, da non dimenticare, se non altro per la tematica che propone.

NOTA: da non dimenticare anche l'introduzione musicale di Mike Oldfield che può essere ascoltata qui.

Un ultimo appunto: in Italia, il film è uscito nell' autunno del 1974, ma noi teniamo conto della prima uscita assoluta, che ha avuto luogo negli Stati Uniti, nel 1973, dunque, 50 anni fa.      

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lo Hobbit

 

Di: Peter Jackson;

con: martin freeman, hugo weaving.

 

Sessant’anni prima delle avventure narrate nel Signore degli Anelli, Bilbo Baggins viene ingaggiato dal mago Gandalf il Grigio per aiutare i nani, guidati dal principe Thorin, a riconquistare la loro terra Erebor, che era stata sottratta anni prima dal drago Smaug.

Affronteranno molte insidie, ma incontreranno anche degli amici …e Bilbo si troverà a tu per tu col Gollum, impadronendosi del celeberrimo anello.

 

Il film, primo di una trilogia (inizialmente dovevano essere 2 parti), è molto grazioso, lungo e lento nella parte iniziale (si potevano tagliare benissimo almeno 20 minuti), ma poi prende il via sulle ali dell’avventura; non è però paragonabile al Signore degli Anelli, né come trama né come personaggi. Troviamo comunque le fantastiche scenografie dei film precedenti, molti personaggi già conosciuti, altri nuovi, creature varie e feroci combattimenti, come da copione del genere fantasy; ottima la colonna sonora, gli effetti e gli attori.

 

Noi l’abbiamo visto in 2D, ed è consigliabile non vederlo in 3D, perché essendo il film girato a 48 fotogrammi, invece di migliorare l’effetto tridimensionale peggiora, rendendolo eccessivamente finto. Comunque film da vedere! By Ale. 

 

Recensione di slm: in molti punti, concordo con Ale, tuttavia, devo dire che, rispetto alla trilogia del Signore degli Anelli, in questo caso Jackson si è mantenuto più fedele al romanzo, senza apportare troppe variazioni, almeno riguardo a questa prima parte della storia. Per il resto, ritengo giusto ricordare un paio di ottimi momenti del film (ma anche del romanzo): l'incontro di Bilbo con Gollum - e il giochino degli indovinelli -, nonché l'arrivo delle aquile.

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LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE  D I  SMAUG

di peter jackson;

con: martin freeman, richard armitage, aidan turner.

 

In questo secondo capitolo, Bilbo, Gandalf e i 12 nani capitanati da Scudodiquercia continuano le loro avventure, scontrandosi con orribili creature ed incontrando nuovi/vecchi personaggi: assistiamo infatti, tra l'altro, all'incontro con gli elfi.

C'è molto più ritmo e azione rispetto al primo capitolo, e anche cupezza: si intravede infatti l'inizio dei grossi guai provocati dall'anello e dal Male che ritorna. I nuovi personaggi sono ben delineati, c'è anche un accenno a una love story... interrazziale, e infine scene davvero epiche ed emozionanti, sia a livello di dialogo che visive. Ottima anche la coralità del film, la colonna sonora e ovviamente gli effetti. Peter Jackson ha superato se stesso. Film da non perdere!  By Ale 

 

Recensione di slm: niente male nemmeno il drago !!!  

 

 

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LO HOBBIT, LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE

di: PETER JACKSON;

con: BENEDICT CUMBERBATCH, JAN McKELLEN, LUKE EVANS, ELIJAH WOOD, MARTIN FREEMAN, CATE BLANCHETT

 

Il terzo capitolo della trilogia dello Hobbit parte esattamente da dove era finita, con la bellissima scena della battaglia di Bard contro il drago Smaug; dopo si passa alla presa di Erebor e dei suoi tesori da parte dei Nani, con conseguente nuova battaglia per impossessarsi di parte del tesoro: l'avidità di tutte le razze fa si che Nani. Uomini ed Elfi si

scontrino tra loro. Però l'arrivo dei cattivi fa sì che la battaglia prenda un'altra direzione. Il film funge molto da raccordo con la trilogia degli Anelli, le battaglie sono spettacolari ma un pò lunghe, e ci sono alcune assurdità, tipo i mostri mangiaterra che compaiono e poi non se ne sa più nulla, o alcuni dialoghi insensati; pellicola comunque piacevole , da vedere. By Ale.

 

Recensione di slm: sì, concordo con Ale: forse un po' troppo incentrato sulla battaglia ma, nel complesso, valido. Ricordo che il finale del romanzo è l'inizio del 3^ capitolo del Signore degli Anelli, ovvero: l'uccisione di Deagol da parte di Smeagol che poi, il potere malefico dell'Anello trasforma in Gollum.

 

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LO SQUALO

di

STEVEN SPIELBERG

con:

RICHARD DREYFUSS, ROBERT SHOW

 

 

Uno dei primi successi planetari di Steven Spielberg; uno dei suoi film meglio riusciti.

Non sono necessari fantasmi, vampiri e mostri fantastici per spaventare il pubblico cinematografico. A volte è sufficiente attingere alla realtà e, soprattutto, alla Natura, che offre tantissimi spunti.

Tratto dal romanzo omonimo di Peter Benchley, dal quale si discosta quel tanto che basta per essere più spettacolare e spaventevole, il film tratta di eventi (pare, alcuni realmente accaduti) legati alla pericolosità di questi esseri marini e alla lotta dell' Uomo per difendersi da essi che, in alcuni momenti, raggiunge un tale épos da avvicinarsi al mitico MOBY DICK, di H. Melville, specie verso la fine del film.

Memorabile infatti, il "duello" fra R. Dreyfuss, sulla barca, e lo Squalo che cerca di salire sull' imbarcazione (scena assurda, ma efficacissima nell' ottica dello spettacolo, quando esso ha lo scopo di creare il massimo della tensione) per uccidere e divorare colui che gli dà la caccia, in momenti in cui è tangibile anche lo scontro morale individuale fra la pura lotta per la sopravvivenza e il dubbio su chi sia il peggiore dei due contendenti: l' Uomo o lo Squalo?

Per saperne ancora di più.   By slm

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MEDITERRANEO

di

gabriele salvatores;

con:

DIEGO ABATANTUONO, CLAUDIO BISIO

 

 

Vincitore di un oscar per miglior film in lingua non inglese, nel 1991 MEDITERRANEO celebra, nel più felice dei modi, lo spirito italiano, goliardico, ma non superficiale, anche nei momenti più drammatici della nostra Storia, come quello della 2a Guerra Mondiale.

Un manipolo di soldati italiani di presidio in un' isola greca cercano di trascorrere il tempo dedicandosi ad attività che poco hanno in comune con la guerra.

Memorabile la partita di calcio a fine film.

 

Da ricordare anche la fantastica caratterizzazione dei vari componenti del manipolo, ognuno un personaggio a sé: il professore di ginnasio, appassionato di pittura, il rude sergente maggiore e gli alpini che non hanno mai visto il mare. 

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NIRVANA

di:

GABRIELE SALVATORES

con:

CHRISTOPHER LAMBERT, DIEGO ABATANTUONO,

STEFANIA ROCCA

Tentativo riuscito di sperimentare la fantascienza nel cinema italiano.

 

In un futuro non lontanissimo, un programmatore informatico inventa un videogioco a controllo mentale, chiamato NIRVANA, ma un virus, penetrato nel disco, provoca la presa di coscienza della propria esistenza virtuale del giocatore all' interno del gioco, al punto di chiedere al programmatore di essere cancellato per evitargli di essere venduto in milioni di copie in occasione del prossimo Natale, quando il gioco uscirà in commercio.

 

Un ottimo mix di filosofia italiana ed orientale, unita ad umorismo e quel tanto di tono scanzonato col quale Salvatores sdrammatizza una situazione potenzialmente pericolosa come quella di una possibile manipolazione cerebrale della massa, orchestrata dall' alto attraverso la tecnologia e l' attività ludica.  By slm

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1922 - 2022

NOSFERATU

di FIEDRICH W.  MURNAU

con: MAX SHRECK

Il capostipite dei film del genere vampiresco esce proprio esattamente un secolo fa, 1922, ad opera del geniale regista tedesco, di origine svedese, Fiedrich Murnau.

Nel 1838, l'agente immobiliare tedesco Hutter va in Transilvania per trattare con un nuovo cliente, il Conte Orlok, noncurante degli oscuri presentimenti della moglie, ma ignora che il misterioso conte è in realtà un vampiro sanguinario. ......

Un piccolo capolavoro del cinema, impreziosito da un bianco e nero artistico, da manuale, capace di creare la giusta atmosfera lugubre e trasmettere allo spettatore brividi di sana paura, senza ricorrere ad altri artifici. Al giorno d'oggi è raro, per questo motivo troviamo giusto ricordarlo ed ascriverlo fra I MEMORABILI.

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NOSFERATU

PRINCIPE DELLA NOTTE

 

by WERNER HERZOG

 

con KLAUS KINSKI

Una magnifica, suggestiva versione di Herzog della storia del vampiro più famoso; quasi un manifesto dell' espressionismo tedesco di Murnau, omaggio di Herzog al collega, vissuto  ai primi del '900.

Atmosfere cupe, bellissimi paesaggi, splendida fotografia.

Sequenze che ricordano appunto il precedente film di Murnau.

Da annoverare fra i film memorabili.

Sopra: FITZCARRALDO, sempre di WERNER HERZOG

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PICNIC A HANGING ROCK

 

di: PETER WEIR

con:

 

attori sconosciuti australiani

 

Tratto dal romanzo omonimo dell' autrice australiana Joan Lindsay, nel 1975, il regista Peter Weir realizza la versione cinematografica, riuscendo a non uscire troppo dalla trama dello scritto, conservando però, e anzi, migliorando ed incrementando l'atmosfera rarefatta e densa di mistero di cui la trama è intrisa.

 

In un collegio, viene organizzata una gita ad Hanging Rock, celebre scultura naturale rocciosa emergente dal deserto australiano. Approfittando delle poche occasioni di libertà, alcune ragazze si avventurano in un' ascesa alla roccia, impresa che si rivelerà senza ritorno. Le ragazze scompaiono come fossero state inghiottite dalla piccola montagna.

 

Un paio di insegnanti che le accompagnavano si avviano alla ricerca delle loro allieve, ma spariscono anche loro. Alle ricerche partecipano gli abitanti della cittadina vicina, senza però risultati. Solo una delle giovani torna,  in stato di shock.

 

Nel frattempo trapelano episodi oscuri, avvenuti all' interno dell' istituto, che vedono coinvolta l' arcigna direttrice del collegio....  C'è un legame con la sparizione delle ragazze e delle insegnanti? Il mistero non ha mai visto soluzione.

 

Recentemente è stata realizzata anche una breve serie per la televisione.  

 

Per saperne di più.  By slm

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PROFONDO ROSSO

 

 

di DARIO ARGENTO

 

 

con: DARIA NICOLODI, DAVID HEMMINGS,

CLARA CALAMAI, MARIO SCACCIA, EROS PAGNI

 

Trama in sintesi:  Marc, giovane pianista (D. Hemmings), assiste all'assassinio di una parapsicologa, ma non riesce a vedere il volto dell'omicida. Mentre indaga, aiutato da una bella giornalista (D. Nicolodi), le persone con cui viene in contatto cominciano ad essere assassinate una dopo l'altra....

 

PROFONDO ROSSO, forse, è il miglior film di DARIO ARGENTO, il più riuscito, il meglio confezionato, con tasselli di un mosaico che s'incastrano alla perfezione in una trama complessa, ma ben orchestrata e, soprattutto, con un senso preciso, cadenzato da una suspence ottimamente calibrata. Non che gli altri film del regista, specie i primi, siano stati realizzati meno bene, ma questo può quasi essere definito il suo vero capolavoro. Con questo film, Argento ha toccato il top della sua carriera di abile cineasta, specializzato in thriller mozzafiato. Occorre ricordare ai fans di prestare attenzione ai minimi dettagli? No. Già lo sappiamo.

 

Tra l'altro, Profondo Rosso è anche il film che segna il confine fra thriller e horror, dopo il quale, però, Argento si piega inesorabilmente più verso l'horror, inanellando qualche svarione ahinoi più splatter, conservando, comunque, l'arte di tessere trame interessanti.

 

Ma ciò che tiene viva la memoria del film è, senza mezzi termini, la musica, la strabiliante colonna sonora ad opera del gruppo dei Goblin, con nobile intervento del jazzista italiano Giorgio Gaslini che s'intrufola col suo sax in alcuni segmenti top del film. La martellante sigla iniziale, che ci introduce nelle prime scene, e l' inquietante nenia infantile, che precede i delitti (e che mette piu' brividi degli stessi omicidi), non si possono dimenticare. A distanza di anni (il film è uscito nel 1975) le abbiamo ancora nelle orecchie e, in certi momenti, ci sorprendiamo a canticchiarle. Per la serie: quando un film ti entra nella testa e non esce più.

Mega-successo ai botteghini, all' epoca, PROFONDO ROSSO, secondo me, merita di entrare nella lista dei  MEMORABILI.

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QUARTO POTERE

by ORSON WELLES,

con: ORSON WELLES, RUTH WARRICK,

JOSEPH COTTEN

Sceneggiatura: HERMANN J. MANKIEWICZ

Più che una recensione, questo film meriterebbe un trattato socio-politico.

Indipendentemente dalla fama raggiunta, QUARTO POTERE è la classica opera cinematografica che andrebbe vista almeno una volta nella vita, non solo per la sua notorietà, ma anche per la sua bellezza. Perché, al di là di tutto, ad ogni buon conto, è un gran bel film.

Di cosa parla?

Sembra sia ispirato ala biografia del magnate della stampa William Hearst, e infatti è incentrato sulla vita di Charles Foster Kane (il titolo originale inglese è Citizen Kane), ascesa e caduta di un tycoon della comunicazione dell' epoca, basata solo sul cartaceo, abilissimo divulgatore di notizie, ma disastroso nella sfera privata: egoista, egocentrico, incapace di amare il prossimo, famiglia inclusa.

E questa sua incapacità di amare gli si ritorcerà contro, condannandolo ad una fine ingloriosa, immerso nella solitudine più completa.

Memorabile il finale, con la famosa Rosebud, tradotta - male - in italiano con Rosabella, quando, in inglese Rosebud significa Bocciolo di rosa (N.d. R.), pronunciata fuori campo dallo stesso Welles. nell' atmosfera cupa del suo castello, mentre rovescia una sfera di cristallo con la neve dentro.

La vicenda dell' uomo è narrata come una sorta di reportage, condotto da un giornalista il quale ripercorre le tappe della vita di Kane attraverso la raccolta delle testimonianze di chi lo ha conosciuto, tecnica questa, non ancora usuale all' epoca della realizzazione, dunque piuttosto originale, caratteristica che ha indubbiamente contribuito alla riuscita ed al successo della pellicola. 

Ma per sapere molto altro sul film, basta cliccare qui.

Sempre che vogliate saperlo !

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RASHOMON

 

di AKIRA KUROSAWA

con: TOSHIRO MIFUNE

 

Forse il suo film più significativo e, senz'altro, uno dei più originali film di tutti i tempi. Ispirato al racconto "Nel bosco di Akutagawa", il film è incentrato sul dialogo fra quattro  personaggi: un boscaiolo, un monaco, un passante ed un assassino, intorno all'episodio increscioso dell'omicidio di un samurai.

La caratteristica saliente del film - ed anche del racconto - è la visione, nonché la versione individuale, che ciascun personaggio ha, ed espone, dell'evento, rendendo in questo modo difficile stabilire quale sia la verità su di esso e come le cose siano realmente andate, creando tuttavia amibiguità interessanti ed assai intriganti. Snobbato e bistrattato alla sua uscita, grazie ad una produttrice italiana, il film poi, ha vinto il Leone d'Oro a Venezia e, successivamente, l'Oscar come miglior film straniero, nel 1950.

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RITORNO AL FUTURO

di ROBERT ZEMECKIS

con:

MICHAEL J. FOX, CHRISTOPHER LLOYD

Uno scienziato (Lloyd) ruba un carico di plutonio ad un gruppo terroristico libico per alimentare la sua ultima invenzione consistente in una macchina del tempo. Un giovane studente di liceo (Fox), pigro, ma coraggioso e generoso,  lo conosce per caso e decide di aiutarlo nella folle impresa di far partire la macchina e di impedire che venga ucciso dai terroristi. Per evitare una simile sciagura, l'unica soluzione è riuscire a fuggire spostandosi nel tempo....

Esempio fulgido di fantascienza demenziale, il film fa il botto ai botteghini e diventa un successo mondiale di fantasia e comicità grazie anche alle superbe interpretazioni del giovane Michael e del più attempato, ma consumato Lloyd.

Il successo è tale da convincere regista e produttori a continuare la storia trasformando il film in una breve, ancorché lucrosa serie cinematografica, una delle più felici e fortunate nel panorama della 7a Arte, per merito anche dei due buoni seguiti che non sfigurano rispetto all' episodio capostipite della saga.

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THE BLUES BROTHERS

 

di: JOHN LANDIS

con: JOHN BELUSHI, DAN AYKROYD, CARRIE FISHER, ARETHA FRANKLIN, RAY CHARLES, con il cammeo straordinario di un giovane Steven Spielberg.

 

Tre anni dopo esser finito dietro le sbarre, il rapinatore armato Jake Blues viene liberato per buona condotta.

Ad attenderlo fuori dal carcere ci sono: il fratello Elwood, una ex fidanzata inferocita, la notizia che l'orfanotrofio dove sono cresciuti sta per essere chiuso e l'illuminazione divina. Convinti di essere in missione per conto di Dio i Blues brothers riuniscono con le buone e le cattive la vecchia band e organizzano un grande concerto di beneficenza mentre fuggono da:  polizia, una banda di musicisti, il proprietario di un locale e i nazisti dell'Illinois che li vogliono fare fuori....

Commedia musical/demenziale, scatenata, divertentissima, con una colonna sonora da "urlo". Indimenticabile per forza !!!

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T I T A N I C

di: JAMES CAMERON

con: LEONARDO DI CAPRIO, KATE WINSLET

e tantissimi altri...

 

Avrebbe potuto essere un fiasco, invece la ricostruzione cinematografica della più grande tragedia marittima di tutti i tempi è stata un successo clamoroso di pubblico e critica in virtù dell' abilità furba di James Cameron, indiscusso moviemaker di questi ultimi decenni.

 

Gli elementi del successo ci sono tutti: riproduzione fedelissima della nave, esterna ed interna, con attenzione ai minimi dettagli; personaggi veri, ben ricreati, delineati caratterialmente - e, in alcuni casi, somiglianti all' originale anche nell' aspetto -; personaggi inventati, ma credibili, questioni sociali e romantica storia d' amore.

Manca qualcosa? Credo di no. 

 

Tra l'altro, il film vanta anche la sequenza esatta delle fasi che hanno portato la nave all' affondamento, cosa che non era mai stata narrata nelle pellicole precedenti, causa non aver mai saputo come era veramente andata fino alle esplorazioni di Ballard, in fondo al mare, allorché fu ritrovato il relitto del transatlantico il cui stato permise allo scopritore e al suo staff di ripercorrere cronologicamente tutta la vicenda.

 

Memorabile? Direi di sì. Si è pure portato a casa 11 Oscar!

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ULTIMATUM ALLA TERRA

di ROBERT WISE

con: MICHAEL RENNIE, PATRICIA NEAL

Da un lontano pianeta, sbarca un extraterrestre, accompagnato da un gigantesco robot, per comunicare alla Terra l'ordine della Confederazione Galattica: o smettere di fare la guerra o essere distrutti. Ma, per un errore, l'extraterrestre viene ucciso. Il suo fedele robot sta per iniziare la distruzione del pianeta quando una donna, innamoratasi precedentemente dell'extraterrestre, riesce a fermarlo. A quel punto, il robot resuscita il suo padrone;  l'extraterrestre, di nuovo in piedi, comunica l'ordine della Confederazione e torna nello spazio ma, prima di partire, lancia uno sguardo d'amore alla donna.

 

Realizzato in piena Guerra Fredda, con la minaccia nucleare che incombe sul mondo, il film risulta ovviamente un messaggio inquietante di monito contro tutti i tipi di conflitto che possono svilupparsi per motivi spesso non ragionevoli, ma le cui conseguenze sono quasi sempre letali in tutti i sensi e i modi.

 

 

Nel 2008 esce un remake con Keanu Reeves nei panni

dell' extraterrestre,  stavolta latore di un messaggio ambientalista a più

largo spettro, che include i danni causati al clima e alla Natura in genere.

Più aggiornato ai nostri tempi, ma meno efficace dell' originale,

esemplare e indimenticabile.       torna a

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UN PESCE  D I  NOME WANDA

 

di: CHARLES CHRICHTON

con: IL GRUPPO DEI MONTY PYTHON, JAMIE LEE CURTIS

 

Storia di un colpo grosso alla Diamond House.

Il capobanda imbosca il bottino. I complici lo denunciano alla polizia.

Il grisbì alla fine andrà all'avvocato del capo, che s'è innamorato della bella della banda.

Un fulgido esempio di come si possa far morir dal ridere lo spettatore, con intelligenza. Non succede spesso.

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WEST SIDE STORY

by ROBERT WISE

con: NATALIE WOOD, RICHARD BEYMER,

RITA MORENO

Musiche di LEONARD BERNSTEIN

 

Dopo aver entusiasmato le platee a Broadway dal 1957, grazie a Robert Wise, nel 1961, questo magnifico, travolgente musical (in virtù delle musiche immortali di Leonard Bernstein e delle performances di ballerini, da urlo) approda al cinema, riscuotendo enorme successo anche nelle sale.

La trama è la trasposizione più o meno fedele, con variazioni socio-etniche su tema, della famosa tragedia di Romeo e Giulietta, ambientata a New York, nel quartiere Upper Side, dove due bande di giovani: Sharks, portoricani, da una parte, e Jets, bianchi, dall' altra, si combattono per l'egemonia della zona dove trattano i loro affari. Ma Maria, portoricana, sì innamora di Tony, bianco, andando a complicare la vita alle due bande.... Purtroppo il razzismo influirà negativamente sulla loro romantica storia d'amore....

Per saperne di più, volendo.

 2021: Steven Spielberg tenta il remake. Ai poster(i) l' ardua sentenza !

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